Cosa fare quando perdiamo qualcuno?

Quando muore qualcuno è un momento in cui dentro di noi abbiamo un misto di sentimenti, disperazione, tristezza, rabbia… Ma è giusto per il defunto?
Nei libri sacri di varie religioni e quelle poche testimonianze di chi è tornato,si dice che l’anima affronta un lungo viaggio che dura circa 40 giorni. Descrivono che l’anima impiega circa tre giorni per rendersi conto di cosa sia successo, dopodiché inizia il cammino verso la luce,in cui, per molti motivi, può rimanere anche bloccata, e molto spesso, a causa nostra. Quindi, cosa fare? È normale che piangiamo, ci disperiamo, non accettiamo, ma tutto ciò non dobbiamo farlo oltre tre giorni e soprattutto non dobbiamo dare compiti al defunto, non dobbiamo chiedergli di rimanerci vicino o di proteggere qualcuno. Conosciamo tutti la frase “amare vuol dire saper lasciare andare”. L’anima dopo un determinato tempo comincia a dimenticare chi è, quindi chiedendogli di nn andare o con i nostri sentimenti negativi, non la facciamo proseguire e la lasciamo vagare confusa. Quindi, va benissimo piangere I primi giorni, ma dopo dobbiamo aiutarla ad andare oltre e cosa possiamo fare per aiutarla? Possiamo pregare, avere pensieri di amore o un rito da fare è riunire familiari o amici, mettersi in cerchio con un cesto avanti e a turno, raccontare qualcosa di bello sul defunto mettendo un fiore nel cesto. Poi, una volta finito, buttare i fiori in un fiume in modo da lasciar andare i pensieri di amore e con loro l’anima.
Non piangere per il defunto non vuol dire non amarlo, anzi! Vuol dire amarlo così tanto da lasciarlo proseguire. L’anima affronta così il lungo cammino, andando verso la luce, riacquista la memoria così da poter fare un bilancio della sua vita, si attiveranno dei meccanismi karmici per vedere se il suo compito è concluso o deve riaffrontare una reincarnazione. Possiamo immaginare l’ultimo passaggio come un labirinto, dove potrà scegliere alcune reincarnazione in caso il suo compito non sia ancora concluso.